
La XXVII edizione di Quartieri dell’Arte mette in connessione la cultura magica del Rinascimento con il misto di carnalità e spiritualità delle culture asiatiche, passate e contemporanee.
Tra i primi eventi il “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare portato in scena dall’Associazione giovanile William con la regia di Barbara Alesse il 30, 31 agosto e 1° settembre alle ore 21,00 al Castello di Torre Alfina e “A Conversation (On an Interpretation of Sculpture” con drammaturgia di Gian Maria Cervo, materiali di Apichatpong Weerasethakul (vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 2010 con il film “Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti”), citazione da Paul Castagno messo in scena in prima mondiale da Nicola Bremer l’8, 9 e 10 settembre alle 21,45 a Piazza Sallupara, uno dei centri della Viterbo magica.
Inoltre, viene affrontato il tema del rapporto tra Islam e Occidente con un nuovo allestimento dell’opera “Call Me God” di Cervo, Mayenburg, Ostermaier e Spregelburd coprodotta con altri due Festival italiani e con il SARTR, Teatro di guerra di Sarajevo, in scena il 7 settembre al Teatro dell’Unione con la regia di Gianluca Iumiento.
Altro progetto riguarda la storia della ricostituzione della Scuola di Herat in Italia con l’apporto di autori e studiosi italiani e afghani.
Una sezione del Festival riguarda tre città italiane che costituiscono altrettante “porte dell’oriente”: Bari, Napoli e Venezia.
Tra i drammaturghi italiani presenti nel programma che comprende 70 spettacoli, Fabio Marson, Riccardo Tabilio e Gianluca Iumiento. Tra i gruppi sperimentali che affrontano progetti legati a un teatro text-based La Fura dels Baus e Muta Imago.