LE QUATTRO MORTI DI PIER PAOLO PASOLINI – progetto

In una celeberrima conversazione su Napoli, Pier Paolo Pasolini affermò: “Io so questo: che i napoletani oggi sono una grande tribù che anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg o i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare. Questa tribù ha deciso – senza rispondere delle proprie possibili mutazioni coatte – di estinguersi, rifiutando il nuovo potere, ossia quella che chiamiamo la storia o altrimenti la modernità[…] una negazione fatale contro cui non c’è niente da fare. Essa dà una profonda malinconia, come tutte le tragedie che si compiono lentamente; ma anche una profonda consolazione, perché questo rifiuto, questa negazione alla storia, è giusto, è sacrosanto.” Da questo pensiero e dall’osservazione dei dipinti del grande artista visivo Nicola Verlato, trae ispirazione il nuovo testo di Gian Maria Cervo (drammaturgo nativo di Napoli attivo e acclamato internazionalmente), “Le quattro morti di Pier Paolo Pasolini”. La caratteristica comune di Cervo e Verlato, entrambi artisti riconosciuti nei più importanti contesti internazionali del teatro e delle arti, è quella di realizzare opere supercontemporanee e “lowbrow”, a volte in rinomati collettivi transnazionali, in cui suggestioni iconografiche e letterarie, dalla cultura italiana umanistica, rinascimentale e barocca, affiorano sorprendentemente o in maniera misteriosa. Nei suoi dipinti, in una sorta di sfida alla storia, Verlato traspone la vicenda di Pasolini in altri scenari storici, come l’omicidio di Marlowe e le vicende dei Gracchi, per poi offrire una sua ricostruzione dei fatti di Ostia. Cervo aggiunge uno scenario caravaggesco e attraverso una strategia polifonica di emendamento della storia, di verità estatica, di fake provocatorio, alimenta il discorso attorno a “PPP” e al futuro della città di Napoli. La messa in scena è di un ensemble di attori e musicisti, per il 90% operanti nelle periferie napoletane, e costituisce l’atto di nascita di un gruppo artistico, che incorpora una diversità di esperienze emergenti e storiche, in dialogo perenne.

Nella messa in scena di Pep Gatell, regista della Fura dels Baus, alla drammaturgia del testo di partenza di Cervo si aggiunge la drammaturgia parallela della app Kalliope cui lo stesso Cervo contribuisce con un team creativo della Fundacion Epica che affianca Gatell. 

Lo spettacolo si svolge nell’ambito di Affabulazione, programma di eventi culturali promosso dala Città Metropolitana di Napoli. Il progetto vede la collaborazione della Fundación Epica de La Fura dels Baus, di Arci Movie, Bronx Film e Associazione Napolinmente

Amministrazione Teatro Stabile delle Arti Medioevali

Festival Quartieri dell’Arte

Programma

Dal 10 settembre
al 7 novembre

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